Se è possibile ad un neofita di questo splendido forum postare alcuni intinerari conosciuto dal sottoscritto...
Inizio con un giretto che mi sono "regalato" assieme alla mia V7 Classic venerdì scorso (14 agosto 2009...)
TITOLO: Il percorso più breve tra due punti NON è una retta

, ossia... come allungare il più possibile il percorso tra Padova e Trento
REGIONE: Veneto - Trentino Alto Adige
TIPOLOGIA Montagna, Lago, Pianura...
DURATA Una mezza giornata senza mai smontare di sella (come ho fatto io per motivi di studio). Una intera a godersela un pò... due o più se si vuole approfondire un pò dello splendore che s'incontra
LUNGHEZZA Intorno ai 400 km, ma non ho tenuto il conto (scusate..)
PERIODO MIGLIORE: Primavera o Primo Autunno (d'estate, come ho fatto io, in pianura e sul lago vestiti da moto si crepa, in montagna invece si sopravvive...

)
Partendo da PD ci si dirige verso VR. Io ho fatto la strada statale che attraversa ogni tentativo urbano in zona. In poche parole, semafori e colonne per 90 km. Con la tuta e 36° C una goduria da sauna
Io, causa pochi dineri e poco tempo non mi sono fermato, ma meritano le prealpi veronesi ed i colli Berici. Frondosi anfratti di pace ove si celano sia siti archeologici che simpatiche bettole ove si gustano grigliate di carne e vino nostrano a prezzi tutto sommato onesto.
Per gli amanti del genere, a Cologna Veneta il mandorlato impera (dicono...mai provato

)
Da VR si prende la tangenziale in direzione TN.
Tranquilli, la parte meno motociclisticamente rilevante sta finendo..
Si esce dalla tangenziale a Bussolengo e si seguono le indicazioni per il Lago di Garda, che si raggiunge a Lazise.
Dopo Bussolengo pare il mondo abbia un mutamento cromatico incredibile: inizia un verde pieno e "marino", la luce si fa più densa, ambrata, la brezza odorosa scompiglia i pensieri al di sotto della visiera, mentre ci si accoda a teorie infinite di auto che sciamano da ogni dove
Da Lazise inizia lo spettacolo. Non si può descrivere a parole. E nemmeno in foto, visto che non avevo con me la scattomatica
Però il Garda increspato dal vento, punteggiato da vele qua e là, con aranceti e palme a fare da contorno, con il Baldo imperioso che occhieggia...è incredibile.
Purtroppo non sono l'unico furbo a saperlo, ed infatti a tratti si procede a passo d'uomo fra automobilisti che inseriscono la freccia a sx e poi vanno a dx, e viceversa (che è peggio), che inchiodano di colpo, che con le cabriolet sfoggiano gli sguardi da duro con i capelli smossi nell'ocra intenso di un tramonto gardesano.
E sì che la strada sarebbe splendidamente curvosa...e pittoresca da togliere il fiato!!!
Qualche sirena in bikini capitata per disegno divino lungo il tragitto dei guzzisti riaddolcisce la sauna

(scherzo, eh...se mi prende la mia zavorrina, mi decapita..)
E via..Torri del Benaco, Bardolino, Brenzone, Malcesine, sempre più a nord, verso Torbole e Riva.
A Riva giungo quando ormai il sole biondeggia in lontananza a sud, ma ove sono è ormai celato dagli imponenti profili montani che son qui per raggiungere.
Attraverso Arco, e tre ore di viaggio, e prendo direzione TN e Valle dei Laghi. La strada ora è semideserta ed esalta il pompone Guzzi e la ciclistica. Senza sforzo si tiene una media di tutto rispetto, e la V7 pare godere tra le curve di un imbrunire d'agosto.
A Sarche si prende a sinistra in direzione Tione/Madonna di Campiglio. Si affrontano subito una serie di tornanti a gomito in cui mi sono lasciato alle spalle un serpentone automobilistico di dubbia opportunità (nel senso che in rettilineo mi passano sulle orecchie, poi in curva inchiodano, ed io che invece vado il più possibile fluido e costante m'inkazzo non poco

), delle gallerie curvose pregne d'infiltrazioni, delle valli deserte a quell'ora, paesi in cui la temperatura si fa piacevolmente fresca, sotto un cielo corrusco di nubi, che spero decidano di scatenare la loro rumba sul sottoscritto
A Tione si prende la Val Rendena e si inizia a salire. Da Riva le curve gardesane impedite dal traffico, si ripropongono con gli interessi

se a qualcuno interessa
Si sale in Rendena che pare un altro mondo rispetto allo scintillare del Benaco. Le case sono più dimesse, vecchiette in scialle scrutano il rombo del 750 Guzzi che svanisce roco, qualche rado turista in mezzemaniche abbraccia la propria signora. Qualche cucina illuminata passa al di là della visiera.
A Pinzolo invece l'orgia turistica riprende, per fortuna scansata in meno di tre minuti
E ci si trova dinanzi ad un bivio: a sx Val di Genova, a dx Campiglio. Per chi avesse tempo, consiglio una puntata in Val di Genova, le cui suggestive cascate attirano numerosissimi turisti anche non fanatici delle camminate sulle rocce.
Io prendo a dx. Come montagna, la preferisco più solitaria, rude, e deve consistere in almeno 7 ore di marcia
I 10 km da Pinzolo a Campiglio sono una libidine curvosa, che specie se ci sono poche auto, proietta in una dimensione da luna- park tenendo medie certo non da mille jappo

che fa salire in quota in men che non si dica. Intorno si spalanca poco a poco uno splendido anfiteatro sul Gruppo del Brenta che mozza il respiro. Mentre le pieghe si susseguono le une alle altre, tornanti in pendenza fanno brillare la coppia del tanto vituperato 750 di Mandello (che si possino.....), si raggiunge S. Antonio di Mavignola, splendido paesino che apre ad una vallata incontaminata e sconosciuta di cui ignoro il nome, ma che spesso mi ha visto bivaccare (abusivamente

...) con tenda e chitarra...
La consiglio..basta prendere a sinistra...e si sarà priettati nella solitudine di una vollata rotta solo dal gorgogliare di un torrente, dallo schiocco di un qualche animale selvatico, dal tramonto che arrossa le cime del Brenta.
Si sale poi a Campiglio, splendido paesino asburgico vilipeso dal turismo sfrenato. Ed infatti lo evito accuratamente prendendo la galleria che indica "Val di Sole" e Dimaro.
Si sale in un blu tipicamente montano verso Passo Campo Carlomagno, sito a circa 1650 metri s.l.m.
Lassù, dopo curve poetiche all'ombra di pini e di monti mozzafiato, là dove secondo la leggenda (ma la storia non vi ha trovato traccia) si accampò Carlo Magno con i suoi paladini, attendono scintillanti chalet mutati in hotel, zeppi di turisti e di targhe che rappresentano un ripasso di geografia della penisola italica.
Mentre gli utlimi raggi di sole bagnano le cime, passo oltre.
La strada comincia a scendere, in un'oscurità silvestre, fresca ed odorosa sempre più penetrante.
Faccio tappa dopo circa 7 km a Folgarida, notocentro invernale per gli amanti dello sci (non faccio manco questo...

). Lì faccio pausa panino nella salutare aria montana.
Mi rammarico di non aver provato la gastronomia del posto per potervi offrire un resoconto migliore...
Da Folgarida, a notte ormai galoppante, discendo verso Dimaro.
Saranno non più di 10 km, ma i tornanti stretti e ripidi, alla luce dell'abbagliante contornato dall'oscurità più totale sono abbastanza suggestivi da sembrare mooolto più lunghi. Dimaro, una ferita di luci più a valle pare un miraggio nella notte trentina.
Raggiuntala, s'imbocca la rinnovata e scorrevolissima (sarà che ero praticamente da solo...

) strada che porta a Trento. L'alternativa è salire al Tonale e poi tornare verso BS, ma non mi pare il caso e sarà per un'altra volta.
Scorrono lestamente i paesi della Val di Sole. Al Bivio per Cles, prendo per questa destinazione, e un saliscendi di curve mi porta a calare sull'Anaunia (Val di Non) in notturna.
E via, via, fino a Dermulo.
Lì, la deviazione per il Passo della Mendola mi tenta. Ma resisto. Anche perché la spia della riserva occhieggia intermittentemente minacciosa dal cruscotto. E non ho il becco d'un quattrino con me, ergo...mi riduco a più miti consigli.
Per fortuna la strada è di una scorrevolezza incredibile, molto diversa da come la ricordavo: una serie di gallerie velocissime portano ad evitare Mezzolombardo, S. Michele all'Adige, e tutti gli snodi critici d'un tempo.
Una teoria di lampioni mi depositi in tangenziale di Tn, quindi a Tn.
Quando spengo il motore, il ticchettio ad aste e bilancieri in SI bemolle, un sorrisone incredibile spunta da sotto il casco. Sono stanco, certo passare dalla pianura alla montagna, alla valle, nonè stato il massimo.
Questo lo direbbe chiunque, forse.
Ma un motociclista, direi proprio di no. Per usare eufemismi e frasi fatte, diciamo che ha altre priorità.
Per citare Dostoevskij, "la bellezza salverà il mondo".
Scusate la lunghezza...
Se vi fa piacere, e non rompo

mi piacerebbe postare altri itinerari. Siccome di tecnica guzzista non so un tubo, almeno...viaggio
lamps a tutti
